Il nostro nuovo oncologo: Ennio De Bartolomei
Dopo quello del Dottor Antonio Chiappetta, un altro ingresso molto importante di queste settimane all’interno del team del Rebellato Fisiomedical Center è quello dell’oncologo Ennio De Bartolomei. Medico Chirurgo specialista in Ostetricia e Ginecologia, si è diplomato in Oncologia Clinica Umana e Sperimentale all’Università di Parigi Sud nel 1986. E’ membro della FFOM (Federazione Francese Oncologi Medici) e del Mounth Sinai Hospital (New York – U.S.). Oggi, con questa intervista, andiamo a scoprire come la sua importante figura si integrerà all’interno del Rebellato Fisiomedical Center.
Dottore, qual è il suo ruolo nel Rebellato Fisiomedical Center?
Il mio ruolo all’interno del Rebellato Fisiomedical Center è il ruolo di un oncologo che abbisogna della collaborazione dei colleghi, perché un paziente oncologico deve essere studiato a 360°. Prima di iniziare qualsiasi tipo di trattamento abbiamo bisogno di capire il paziente, qual è l’estensione della malattia, qual è il suo stato… Serve quindi una multidisciplinarietà per poter inquadrare il paziente, in modo da scegliere e ottimizzare il trattamento da seguire. Quando parliamo di trattamento parliamo sicuramente di un trattamento di oncologia integrata. Spesso sento parlare di integrazione e poi invece ti rendi conto che viene seguita una determinata terapia senza integrazione. Un paziente oncologico ha bisogno ANCHE della chemioterapia, ma seguita con modi e tempi diversi da quelli tradizionali e, ne abbiamo tanti esempi, il paziente in questi casi non ha grossi effetti collaterali. Oltretutto, integrazione significa che devo mettere il paziente in condizione di avere un’ottima risposta, quindi di restaurare il suo sistema immunitario. Questo lo possiamo ottenere grazie all’uso di tante sostanze (vitamina c, vitamina d, resveratrolo) e grazie all’ozonoterapia, che ha un effetto immuno-modulante importante ed è usato soprattutto per la stanchezza post chemioterapia.
Lei vede quindi una grande relazione tra quello che sarà il suo lavoro e l’ozonoterapia?
Assolutamente sì. L’ozonoterapia è una tecnica per così dire “easy” ma di importanza fondamentale. Non è una panacea ma l’azione dell’ozonoterapia permette a tanti organi di reagire. Si usa per tantissime patologie ed è una terapia coadiuvante. Nel nostro caso ha un’azione importante come prevenzione anti-tumorale, attraverso i suoi sistemi e le sue attività immuno-modulanti sul sistema. Sicuramente un paziente che fa una chemioterapia grazie all’ozonoterapia recupera immediatamente.
Come vede il rapporto tra il paziente oncologico e la parte psicologica?
È fondamentale. Il paziente oncologico abbisogna, come dicevo, di una multidisciplinarietà perché più che la malattia quello che lo terrorizza è il fatto stesso di avere un tumore. Faccio un esempio: un paziente che andava a giocare a tennis va a fare un controllo cardiologico e gli viene detto che ha un tumore al polmone: di colpo smette di giocare. La parola tumore lo distrugge. Magari il tumore è piccolo, magari è asportabile, ma comunque resta il fatto che questa parola tende ad abbattere moltissime persone. Su questo fronte il supporto psicologico può fare molto, aiutando a finalizzare la terapia e a cambiare il proprio atteggiamento verso la vita. Soprattutto, è molto importante imparare a vivere giorno per giorno.
Un’altra grande new entry del Rebellato Fisiomedical Center è l’idrocolonterapia. Come vede il rapporto tra essa e i pazienti oncologici?
L’idrocolonterapia ha una valida importanza nel paziente oncologico. La patologia che ha è un insieme di tutto quello che è successo negli anni prima affinché nascesse, ed è in gran parte attribuibile a un cattivo equilibrio del microbioma. Noi dobbiamo andare a ristabilirlo, ed ecco che l’idrocolonterapia giunge in soccorso.
Quanto per un paziente oncologico può essere interessante la riabilitazione in palestra?
L’attività riabilitativa in palestra è fondamentale in molte situazioni. Possiamo distinguere in un’attività riabilitativa post-operatoria e in una per pazienti reduci da lesioni onostate e altri interventi sulla colonna, perché un paziente oncologico può avere un crollo vertebrale. Esiste poi un’attività fisica semplice, che è sempre fondamentale nel paziente oncologico. La Rebellato mi offre un’ampia possibilità di usare le varie metodiche e collaborare con i vari specialisti. L’oncologo è colui che avendo in mano tutti i risultati e tutte le consulenze tira le fila e decide, ma il resto del lavoro (un buon 70%) lo fanno i consulenti. Ho bisogno di fisioterapia, ozonoterapia, idrocolonterapia, terapie chelanti, cardiologia, lo psicologo… Alla fine il paziente viene inquadrato e lo mettiamo nella condizione migliore per affrontare la chemioterapia, che a quel punto diventa un processo del tutto sopportabile, se ben integrato.
Aggiungo che noi parliamo sempre di malattia, ma la malattia non è mai importante. Il problema vero è il paziente. Mi spiego meglio. Ho visto pazienti con delle situazioni complicatissime che stanno bene, da anni, e pazienti con un problema di 2 cm che crollano psicologicamente e se ne vanno. Il nostro supporto dev’essere a 360° perché il paziente deve sentirsi accudito e seguito in ogni fase e momento di questo percorso.