Omeopatia: 3 domande che ci vengono poste spesso
I trattamenti omeopatici possono essere molto efficaci, ma per funzionare hanno bisogno di un terreno fertile sul quale agire. Per questo nell’articolo di oggi vogliamo riportarvi le risposte a 3 domande molto importanti che ci vengono poste su questo argomento.
Quanto incide l’alimentazione con l’omeopatia?
Tantissimo. Ormai, quando diamo una consulenza non effettuiamo solo la prescrizione dell’omeopatico ma effettuiamo sempre un’analisi dettagliata dello stile di vita della persona, rappresentata sia dell’attività fisica ma soprattutto delle scelte alimentari. È imprescindibile di dare il corretto rimedio omeopatico ma anche una sorta di regime alimentare per disintossicarsi. Se l’organismo è intossicato e infiammato il rimedio omeopatico non funziona. Dando il rimedio omeopatico corretto, andando a detossificare l’organismo, drenando sostanze tossiche presenti, ecco che otteniamo i risultati migliori.
Cosa serve per essere preparati per una visita omeopatica?
Come prima cosa ci vuole apertura mentale, cioè la voglia di provare il trattamento omeopatico. Tanti pazienti arrivano nel nostro poliambulatorio dicendo che non credono nell’omeopatia, ma sono disposti a provare. Sono poi i risultati a renderli decisamente meno scettici. Poi serve empatia verso il medico che prende in carico il paziente e soprattutto la voglia di cambiare il proprio stile di vita. Se un paziente arriva da noi e non è disposto a modificare il proprio stile di vita, preferiamo essere sinceri e dire che si potranno ottenere risultati limitati.
Ci può essere una compresenza tra il farmaco classico e l’omeopatia nei casi di patologie importanti?
La medicina omeopatica è una medicina complementare, non alternativa. I detrattori ne parlano in questi termini, ma non è così. Quando si ferma la medicina allopatica allora entra in campo la medicina omeopatica, oppure va a supporto. Sia chiaro, se un paziente soffre di ipertensione non andremo mai a consigliare di eliminare il farmaco per l’ipertensione. L’omeopatico può convivere assieme al farmaco per l’ipertensione: sarà poi il cardiologo a riscontrare che i livelli tensori si sono abbassati ed è possibile ridurre il farmaco. Inoltre, è stato dimostrato che l’omeopatia è un utile adiuvante per i malati oncologici. Si è visto che non solo riduce gli effetti collaterali, quindi nausea, vomito, mal di testa, ma si è visto che può essere anche in qualche modo di aiuto.
Perciò, non vi è mai un conflitto tra medicina allopatica e medicina omeopatica: semmai c’è un supporto reciproco e una convivenza pacifica. Un rimedio omeopatico non potrà mai creare interazione con i farmaci, ed è per questo che si può usare tranquillamente in gravidanza, in allattamento, ma anche per persone anziane che prendono tantissimi farmaci e a cui diventa difficile dare un ulteriore farmaco. Il rimedio omeopatico non peserà né a livello di fegato né a livello di reni, annullando i problemi di integrazione.