L’eiaculazione precoce: cos’è e come curarla
L’eiaculazione precoce, da un punto di vista medico, è una disfunzione codificata con un tempo ben determinato da quando inizia il rapporto: 12,5 secondi. Per la medicina si tratta di una vera e propria malattia: anche avendo più rapporti di seguito, infatti, non cambia la velocità con cui essa si manifesta.
Quando parliamo di eiaculazione precoce non parliamo però solo di una malattia fisica, ma di tutta un’altra serie di condizioni che sono spesso collegate a un disagio emozionale.
Dal punto di vista psicologico, quindi, questa disfunzione si presta ad una definizione un po’ più soggettiva: si ha quando l’uomo non riesce a trattenersi. Come spiega la Dottoressa Seccafien possono esserci casi in cui viene inteso come eiaculazione precoce anche un rapporto di 40 minuti in cui l’uomo, non riuscendo più a trattenersi, non ha soddisfatto la donna. Chiaramente si tratta di un caso limite, ma esso serve a capire quanto questa sia una problematica che ha dei confini da non tagliare con il coltello.
La questione paga inoltre una considerazione superficiale da parte della medicina contemporanea, essendo molto spesso relegata ad una problematica fisica che necessita di cura attraverso i farmaci. L’eiaculazione precoce, invece, è più considerabile una sindrome d’ansia. Si tratta o di una tensione generalizzato (per cui non si riesce ad avere una risposta fisiologica adatta) oppure di un problema con un partner specifico (quindi selettivo).
Per curarla ci sono varie terapie comportamentali, ma bisogna sempre lavorare sull’abbassamento del livello dell’ansia. Non esiste una formula magica per curare questo disagio, ma molto di sovente creando una situazione di rilassamento prima del rapporto sessuale si riesce ad ottenere una prestazione migliore. L’aiuto di un buono psicologo, in ogni caso, può dimostrarsi fondamentale per uscire da questa condizione.