Ozonoterapia: un’opportunità unica per combattere i virus
Forse non lo sapevate, ma l’Ozonoterapia è un’opportunità unica per combattere i virus e le infezioni in genere. Le evidenze scientifiche dimostrano infatti la sua attività antivirale e antibatterica (vedi sito della SIOOT). L’ozonoterapia potenziando le difese immunitarie e modulando la risposa infiammatoria può, in prevenzione, migliorare la risposta del paziente a infezioni di vario genere sia batteriche che virali, mentre in caso di infezione conclamata può essere di supporto alle normali terapie antivirali e antibatteriche prescritte e anzi in molti casi potenziandole.
L’Ossigeno-Ozono Terapia è una pratica medica che:
- ha un’azione virus-statica bloccando e/o rallentando la replicazione del virus,
- attiva il sistema immunitario cellulare e umorale,
- riduce i processi d’infiammazione/apoptosi e potenziare le vie molecolari delle difese antiossidative,
- migliora la perfusione dei tessuti ischemici con un aumento significativo della quantità di ossigeno ceduta ai tessuti stessi.
Oltre ad aver dimostrato che il nostro sistema immunitario produce O3 (Ozono) da parte degli anticorpi per attivare la loro capacità battericida (Babior et al., 2003; Lerner ed Eschenmoser, 2003; Wentworth et al., 2002), ulteriori studi dimostrano il ruolo dell’O3 come potente anti-patogeno verso batteri (Giuliani et al., 2018), virus, funghi, lieviti e protozoi.
In più, è ben noto che l’O3 stimola l’immunità cellulare e umorale attraverso l’attivazione dei pathway legati ai fattori trascrizionali NFAT (nuclear factor activated T-cells) e AP-1 (Activated Protein-1) (Reth, 2002). NFAT e AP-1 sono cruciali fattori responsabili di indurre la trascrizione dei geni legati alle citochine. Queste citochine svolgono potenti funzioni pro-infiammatorie, hanno capacità chemiotattica di promuovere l’aggregazione e l’infiltrazione dei globuli bianchi nelle zone infette e migliorano la fagocitosi degli stessi neutrofili, linfociti, macrofagi e altre cellule infiammatorie per inattivare patogeni locali.
Inoltre, l’Ozonoterapia blocca i processi di infiammazione attraverso vie molecolari legate a Nf-kB (Nuclear Factor-kB) e Nfr2 (Nuclear Factor (erythroid-derived 2)-like 2). NF-κB e Nrf2 fanno parte di un’importante rete di fattori di trascrizione e proteine regolatrici che modulano l’espressione di una vasta gamma di geni, compresi quelli associati alle risposte infiammatorie. L’attivazione di Nf-kB favorisce la trascrizione di geni legati alle citochine pro-infiammatorie, mentre l’O3 esercita la sua capacità anti-infiammatoria e di conseguenza anti-apoptotica, bloccando l’azione di NF-κB (Karouzakis et al., 2006; Vaillant et 2006 al., 2013).
E ancora, l’O3 agisce anche come antiossidante, attraverso l’attivazione della via di trascrizione Nfr2. L’ O3 attiva Nrf2 (Galiè et al., 2018), che a sua volta trasloca al nucleo cellulare dove si lega alle regioni ARE (Anti-oxidant Response Elements) di geni che codificano diversi enzimi anti-ossidanti (Glutatione, SOD, Catalasi…).
Aumentando le capacità antiossidanti dell’organismo offre protezione contro l’azione dei radicali liberi (specie chimiche ossidanti) responsabile di più di un centinaio di malattie quali aterosclerosi, ipertensione arteriosa, morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer, diabete mellito, colite, artrite reumatoide ed essere importante nel processo di invecchiamento.
Per ottenere questi risultati la terapia deve essere di tipo sistemico, cioè prevedere il prelievo di una modica quantità di sangue, variabile anche in rapporto alle condizioni cliniche del paziente, a cui si aggiunge un egual volume di una miscela gassosa di Ossigeno–Ozono che reagisce col sangue prelevato. Dopo che l’Ozono, nel giro di pochi millisecondi, ha reagito col sangue, questo viene restituito al paziente innescando tutte le azioni di cui sopra.
Le uniche controindicazioni assolute a tale trattamento sono: l’ipertiroidismo e il favismo noto anche come anemia mediterranea.